Non possiamo non dirci ecumenici

Brunetto Salvarani

Uno scandalo si aggira per le chiese, tanto più grave quanto poco avvertito: da un lato esse riconoscono senza problemi l’unità della Chiesa in Gesù Cristo, ma dall’altro vivono de facto divise fra loro. Non si trova più la questione ecumenica nelle agende che contano, e a livello locale le diocesi che vi dedicano tempo e impegno sono la classica eccezione alla regola. Non scalda i cuori, né stimola le menti. Si tratta di una lettura pessimistica, oppure soltanto realistica?
Questa introduzione all’ecumenismo di Brunetto Salvarani «unisce passione e rigore, fornisce gli strumenti per discernere i tempi del cammino ecumenico, accompagnando il lettore alla scoperta di un territorio apparentemente incognito, ma che si rivela sempre più familiare, perché riposa al cuore delle domande della vita del credente. Dalla storia recente dell’ecumenismo, in cui si scorge l’azione dello Spirito santo, l’autore risale a quello che chiama “il protoscisma”, il peccato originale della frattura tra ebrei e cristiani: l’incapacità così spesso mostrata dalle chiese di vivere una storia fraterna ha forse le sue radici nell’ideologia del “rigetto” di Israele da parte di Dio e della sua sostituzione con la chiesa, che non cessa di definirsi escludendo l’altra tradizione cristiana. Le vicende storiche dello scisma tra Oriente e Occidente (1054), della riforma protestante, sono rilette nella prospettiva aperta per la chiesa cattolica dal Concilio Vaticano II, “inizio di un nuovo inizio” per l’ecumenismo. Oggi il problema dell’ecumenismo, dell’unità dei cristiani, non può essere disgiunto da quello dell’annuncio della buona notizia del vangelo agli uomini che attendono una parola di pace, di speranza, di fiducia nella vita». Dalla Prefazione di ENZO BIANCHI.


BRUNETTO SALVARANI
Teologo, giornalista e. scrittore, dirige -il mensile
di educazione interculturale CEM Mondialità e il periodico del dialogo cristiano-ebraico QOL. È docente di Missiologia e Teologia del dialogo presso la Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna di Bologna e gli Istituti di studi teologici di Modena, Forlì e Rimini.
È stato a lungo responsabile del Centro Studi Religiosi della Fondazione San Carlo di Modena, fa parte del comitato editoriale della trasmissione di RAI 2 Protestantesimo ed è presidente dell’Associazione italiana degli Amici di Nevè Shalom -Waahat as-Salaam.
Da molti anni collabora con Settimana, ed ha fatto parte della redazione de Il Regno.
Fra i suoi libri più recenti: Il dialogo è finito? (EDB 2012), Gli ebrei cristiani, di Renzo Fabris, a sua cura (Qiqajon 2011), Bibbia cultura scuola (Claudiana 2011, con A. Tosolini), il fattore R (EMI 2012), Un cantiere senza progetto (EMI 2012, con P. Naso), Passi nella Bibbia (Marietti scuola 2012), Dio, tu e le rose (Il Margine 2013, con O. Semellini) e La fragilità di Dio. Contrappunti teologici sul terremoto (a sua cura, EDB 2013).