“Novità e tradizione nel Concilio Vaticano II”
Il 29 settembre 2011, all’interno dell’Aula Magna dell’Istituto di Superiore di Scienze Religiose si è svolta l’apertura dell’anno accademico 2011/2012, che ha coinciso con la consegna dei primi diplomi di laurea dell’Istituto, espressione delle diocesi di Imola, Faenza-Modigliana, Forlì-Bertinoro, Ravenna-Cervia e Cesena-Sarsina.
All’evento ha partecipato mons. Enrico dal Covolo, Magnifico Rettore dell’Università Pontificia Lateranense, intervenuto sul tema “In ricordo di mons. Antonio Piolanti. Novità e tradizione nel Concilio Vaticano II”.
“A proposito del Concilio – ha esordito mons. Del Covolo –sono emerse due ermeneutiche fra loro contrarie: quella della rottura con il passato e quella della riforma, sostenuta dal Papa e che, indubbiamente ha portato molti frutti. Serve però un ‘supplemento d’indagine’, tramite l’accesso agli archivi personali dei padri e dei periti conciliari: questo lavoro, intrapreso dal Centro Studi e ricerche sul Concilio Vaticano II, sarà reso pubblico nel 2015, in occasione del 50° della chiusura del Concilio. Per questo, quindi, non mi sbilancio: se avrete la voglia di invitarmi fra 4 anni, potrò essere più preciso”.
Mons. del Covolo è, poi, passato ad analizzare la figura di mons. Antonio Piolanti, nel decennale della scomparsa. Il sacerdote, originario di Predappio, ha legato la sua figura alla formazione università, tanto che fu Magnifico Rettore dello stesso Ateneo Lateranense dal 1957 al 1969: fu inoltre perito ufficiale al Concilio e postulatore del processo di beatificazione di Papa Pio IX, che, ad un anno dalla sua morte, ebbe la gioia di venerare come beato.
“Mons. Piolanti – ha affermato mons. del Covolo – era un insigne studioso, un organizzatore sagace, che conservava quella passione tipica del romagnolo che non dimentica le sue origini. Era un educatore fuori dal comune per l’amore per i giovani, convinto che la formazione non può limitarsi ad un rapporto cattedratico, ma deve contemplare anche un dialogo con gli studenti, a cui era sempre disponibile aprendo volentieri anche la sua casa”.