Pop-Theology per giovani . (video)
Autocritica del cattolicesimo convenzionale per un cristianesimo umano
L’uomo si sta lentamente riducendo a consumo, merce, numero, massa.
Eppure, gli esseri umani sono straordinari, fantasiosi, creativi, con grande successo nel campo della tecnologia. Sul terreno dell’amore, però, appaiono carenti, delusi e frustrati. Fatti per amare (Nek), proprio l’amore, non riesce. Perché? La risposta si trova nell’ultima canzone di Renato Zero Gesù: “Gesù non ti somigliamo più”. Quando l’umanità si allontana dall’umanità di Gesù, “la terra in ginocchio sta, soli più soli di sempre”. Nelle attuali condizioni di paura dell’umanità odierna, colpita dalla barbarie del terrorismo internazionale mascherato di religione fondamentalista, è necessario presentare ai giovani “con intelligenza e umiltà” il modello umano di Gesù, la sua umanità ricca di amore e di pace, di tolleranza e di dedizione, di fiducia e di rilancio delle energie positive, belle e buone, di ogni essere umano. La Pop-Theology, in quanto, “teologia popolare” s’incarica di pensare criticamente il “cattolicesimo convenzionale”, svecchiando la predicazione cristiana, affinché la fede non rischi di diventare solo una maschera religiosa senza riferimento al Dio di Gesù e alla sua “umanità”. È Teologia “pop”, “carità intellettuale”, sapendo che i giovani si esprimono con un loro particolare linguaggio, quello della musica. Mons. Staglianò è salito alle cronache per la sua “catechesi in musica”, un modo nuovo di evangelizzare attraverso alcuni brani di musica pop, con un linguaggio più vicino alle nuove generazioni.
“Servendomi di un nuovo registro comunicativo immediato e popolare (da qui l’espressione Pop-Theology) – spiega monsignor Staglianò – smarcandomi da un certo “cattolicesimo convenzionale”, in cui la Chiesa stessa rimane spesso intrappolata, intendo veicolare il messaggio di Cristo mediante la musica, il cui linguaggio universale è accessibile a tutti e si avvicina alla sensibilità dell’uomo contemporaneo con le sue istanze e i suoi interrogativi di senso”.Poi aggiunge: “Ma il vescovo Staglianò non è un cantante che si esibisce, ma un predicatore che, anche attraverso i testi della musica leggera, vuole annunciare il Vangelo che ama”.